Assicurazione sulla vita, cosa succede in caso di suicidio?

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Come funzionano le assicurazioni sulla vita in caso di morte?
Cosa succede all'assicurazione sulla vita in caso di suicidio

I vari tipi di assicurazione sulla vita disponibili possono rimborsare i beneficiari in caso di decesso dell'assicurato. Il contraente può stabilire un periodo di copertura ma la copertura del suicidio resta esclusa, salvo specifiche eccezioni.

Quando l'assicurazione non paga in caso di morte?

Le esclusioni al risarcimento di tutti i tipi di assicurazioni vita solitamente comprendono tutti gli atti volontari (o le attività dolose) del contraente o del beneficiario che provocano un decesso, sia diretti, come un omicidio, che indiretti, come la morte per infarto causata da un grande sforzo fisico.

Il contratto assicurativo può allora fare riferimento all'espressione "delitto doloso" per indicare un decesso che si verifica come conseguenza della condotta del reo. Secondo questa premessa, quindi, non sono risarciti i decessi dovuti a:

  • Partecipazione a guerre
  • Azioni e lavori che coinvolgono armi nucleari o radiazioni
  • Incidenti di volo se l’assicurato fa parte dell’equipaggio o il volo non è autorizzato
  • Attività sportive non dichiarate in fase di stipula
  • Suicidio

Assicurazione vita e suicidio

In base a quanto appena detto, il suicido non rientrerebbe tra le coperture delle polizze vita. Occorre però fare una precisazione. A regolamentare il suicidio in ambito assicurativo è l’articolo 1927 del Codice Civile, che recita: “In caso di suicidio dell'assicurato, avvenuto prima che siano decorsi due anni dalla stipulazione del contratto, l'assicuratore non è tenuto al pagamento delle somme assicurate, salvo patto contrario”.

Oltre alla questione temporale, va aggiunta la distinzione tra suicidio volontario e suicidio involontario (o incosciente), differenza indirettamente accennata nel paragrafo precedente circa la dolosità di un'azione. Di conseguenza, se il soggetto che compie il suicidio è affetto da infermità mentale si considera l’atto come commesso in assenza della capacità di intendere e volere, per cui si ritiene involontario. Se al contrario, il suicidio dell’assicurato avviene lucidamente, come ricavato dalle perizie mediche, le compagnie non copriranno il rischio per evitare eventuali frodi.

Volendo quindi fare un esempio, il suicidio è previsto in una polizza TCM? In base a quanto discusso, dipende da quando e da come è avvenuto l'atto.

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Come funzionano le assicurazioni vita in caso di morte?

Stipulare una polizza vita consente di garantire alla propria famiglia, o a chi si desidera, un indennizzo anche quando viene improvvisamente a mancare l'assicurato. Le diverse tipologie di assicurazioni sulla vita comprendono tre categorie di polizze che prevedono una gestione differente del rischio morte:

  1. Caso vita
  2. Caso morte
    vita intera o temporanea
  3. Polizza vita mista

Nelle polizze caso vita la compagnia assicurativa offre un indennizzo o una rendita vitalizia se il contraente è ancora in vita al termine del contratto.

Le assicurazioni vita caso morte si dividono in polizze a vita intera o temporanea caso morte (TCM). A seconda che si tratti della prima o della seconda opzione, i beneficiari avranno diritto a un determinato capitale in qualsiasi momento avvenga il decesso dell’assicurato o, nella TCM, solo in caso questo abbia luogo entro un preciso arco di tempo (è possibile in genere scegliere tra una copertura di 10, 20 o 30 anni). Se invece trascorre questo periodo e non si verifica il decesso del contraente, il capitale non viene corrisposto e il contratto scade. Dal momento che il premio di questa polizza cresce con l'avanzare dell'età del contraente, s tratta di una soluzione che conviene principalmente ai più giovani.

Le polizze a vita mista contemplano infine il versamento di un capitale sia in caso l'assicurato sia in vita alla scadenza della polizza, che nell'eventualità di morte nel corso del periodo di validità del contratto.

Assicurazione sulla vita: come funziona per i beneficiari?

A questo punto vale la pena precisare che la scelta del beneficiario può avvenire liberamente, e può o meno corrispondere con un membro della famiglia dell’assicurato. I beneficiari possono inoltre essere persone giuridiche o associazioni ed è possibile indicarli alla stipula della polizza o successivamente tramite richiesta scritta o volontà testamentaria. Se infatti non è presente alcuna indicazione circa il beneficiario, lo diventeranno gli eredi legittimi.

Tempi liquidazione polizza vita in caso di morte

Qualsiasi sia il motivo per cui si debba riscuotere un'assicurazione vita (eventi imprevisti, riscatto della polizza anticipato o decesso dell'assicurato), è fondamentale che il beneficiario fornisca alla propria compagnia la documentazione relativa all’evento, la domanda di liquidazione e il certificato anagrafico che attesti che l’assicurato è in vita o quello di morte in caso contrario. Per segnalare un decesso, i beneficiari dovranno inoltrare anche la dichiarazione sostitutiva di notorietà (o atto notorio) rilasciata dal Comune di residenza.

I tempi di liquidazione dell'assicurazione sono generalmente brevi: dopo che la compagnia riceve la documentazione necessaria e la reputa adeguata, invierà l’accredito del capitale entro 30 giorni.

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Le nostre fonti

Gazzetta Ufficiale: Articolo 1927 del Codice Civile
Assicurazioni (Rivista di diritto, economia e finanza delle assicurazioni private): Il suicidio e l'assicurazione

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